Concerti virtuali per gesti digitali
Summer School
Vinaio – Val di Lauco, 24 al 26 giugno 2021
Vi è mai capitato nel corso del lockdown di lanciare per aria il vostro smartphone, esasperati della dipendenza dalla tecnologia? L’idea dev’essere passata per la mente a molti, frenati poi da una certa prudenza nel realizzarla. Una cinquantina di bambini e adolescenti provenienti da diverse vallate della Carnia ha invece sperimentato per davvero questo gesto inusuale e liberatorio: l’occasione è stata la summer school Concerti virtuali per gesti digitali, ideata proprio per rielaborare l’esperienza e le ricadute del lungo isolamento sociale dettato della pandemia.
I giovani partecipanti sono stati accompagnati da Alessandra Falconi di Zaffiria e dalla Garilli Sound Project a riflettere su come l’uso invasivo ed esasperato della tecnologia ha provocato un cambiamento nei vissuti, nella percezione dei propri corpi, nell’autorappresentazione, così come nelle emozioni e nelle relazioni interpersonali filtrati nell’ultimo anno da schermi e telecamere.
Come lo hanno fatto? Attraverso l’intersecarsi di linguaggi diversi: musica, danza, parole, digitale.
In primis, sul modello della grammatica visuale di Bruno Munari da un lato e dell’app Bla Bla dall’altro, le ragazze e i ragazzi hanno disegnato se stessi come maschere, a simulare l’alter ego delle proprie icone presenti sulle piattaforme web, piazze e classi virtuali d’incontro nel corso del lockdown. A partire proprio dagli schermi su cui hanno vissuto la pandemia, sono stati poi portati a svincolarsi dal digitale: è stato loro insegnato a esasperare, e quindi a guardare criticamente, i gesti automatici e spersonalizzati che si fanno compulsivamente sui propri device. Sono stati quindi invitati a riappropriarsi del proprio corpo in sintonia con la natura circostante e la musica; ne hanno anche documentato gli effetti, utilizzando in modo nuovo i propri smartphone come pennelli con cui scrivere testi multimediali poetici. Si è trattato di una danza collettiva carica di significati che, grazie alla ballerina Giulia Carli e alla scenografa Serena Abagnato, si è trasformata in un una coreografia tra sperimentazione e innovazione. Il tutto, infine, accompagnato anche da una riflessione collettiva volta a far verbalizzare l’esperienza pandemica. Paura, solitudine, isolamento, speranza di libertà: queste le parole ricorrenti che si sono trasformate, grazie all’esperto di paesaggio sonoro Gianluca Gozzi, in accompagnamento musicale.
Ne è nata, sotto la direzione di Elisabetta Garilli, una performance giocosa e profonda, presentata alle famiglie e alla comunità locale, frutto di un intenso lavoro di tre giorni, vissuto dai ragazzi e dalle ragazze come un percorso di crescita emotiva, relazionale e creativa. Un’inedita possibilità per le vallate della montagna friulana di incontro con la musica, l’arte, l’educazione alla bellezza.
testo di Anna Di Qual, insegnante IC Linussio-Matiz
Due commenti ricevuti:
È stata una bella esperienza e mi ha permesso di conoscere nuove persone,persone positive che sono quelle di cui ho bisogno in questo momento…
Un/una partecipante
Una super esperienza, tre giorni ricchi di tutto ,di quel tutto che in questo anno e mezzo i ragazzi erano stati privati ma che hanno avuto la possibilità di ritrovare e riscoprire. Semplicemente GRAZIE di questa possibilità!
E&N, due genitori